Guida addolcitori acqua

In questa pagina è presente una guida addolcitori acqua per conoscerli meglio e capire in cosa si differenziano.

La prima domanda da porsi per stilare una guida addolcitori acqua è: come possono addolcire l'acqua dura ed eliminare i residui di calcare? Molto spesso ci accorgiamo che l'acqua potabile che scorre dai nostri rubinetti e che usiamo a scopo domestico è ricca di residui di calcare. Questi materiali nel tempo possono accumularsi nei tubi degli elettrodomestici fino a danneggiarli in modo serio.

Le incrostazioni calcaree sono generate dalla precipitazione dei sali di calcio e magnesio (incrostanti) e costituiscono la durezza dell'acqua. Se anche tu ti sei chiesto come addolcire l'acqua dura, Acquaxcasa ha la soluzione a questo problema e ti aiuta con una guida addolcitori acqua.

Guida addolcitori acqua: cos'è la durezza dell'acqua

Cosa si intende per durezza dell'acqua? La durezza è il valore del contenuto totale di ioni di calcio e magnesio e di eventuali metalli pesanti presenti nell'acqua. Questo valore può essere a sua volta diviso in durezza temporanea e durezza permanente.
  • Durezza temporanea è la durezza che persiste dopo l'ebollizione dell'acqua. E' quella che è possibile trovare su pentole, caldaie, bollitori, ecc
  • Durezza permanente è dovuta ad altri sali di Ca e Mg che restano disciolti in soluzione
Queste incrostazioni minano l‘efficienza energetica e la capacità pulente di lavatrici e lavastoviglie. Ostruiscono tubature, rubinetterie e valvole. Inoltre compromettono la brillantezza delle stoviglie e rendono il bucato grigio, opaco e duro.

Guida addolcitori acqua, come misurare la durezza dell'acqua

L'unità di misura più usata per misurare la durezza dell'acqua sono i grandi francesi (°F). Un gradcalcare acquao francese di durezza corrisponde Guida addolcitori acqua ad un contenuto di sali di calcio e magnesio molecolarmente equivalente a 1g di CaCO3 ogni 100 litri d'acqua.

Le acque vengono classificate in base alla loro durezza secondo queste indicazioni:

  • Fino a 7ºf = Acque molto dolci
  • Da 7ºf a 14ºf = Acque dolci
  • Da 14ºf a 22ºf = Acque mediamente dure
  • Da 22ºf a 32ºf = Acque discretamente dure
  • Da 32ºf a 54ºf = Acque dure
  • Oltre 54ºf = Acque molto dure

Guida addolcitori acqua: le conseguenze di un'acqua dura

  • Ostruzioni alle tubature con conseguenti problemi di pressione date dalle consistenti incrostazioni calcaree
  • Problemi alla caldaia e alla produzione di acqua calda a causa di un ostacolo nello scambio termico. Ciò comporta uno spreco energetico oltre che il rischio di una rapida occlusione delle tubature
  • Incrostazioni delle tubature, delle guarnizioni e delle filettature della rubinetteria. E' infatti molto frequente vedere patine biancastre di calcare depositate su rubinetti, lavelli e box doccia
  • Problemi al filtro della lavatrice
  • Danni alla resistenza dello scaldabagno
  • Guasti alla lavastoviglie
  • Pelle e capelli più secchi. Utilizzando un'acqua dolce, invece, la pelle traspira meglio e i capelli rimangono più morbidi e lucidi. Oltre ai benefici fisici adoperare acqua addolcita porta anche notevoli risparmi. Il sapone reagisce con l'acqua dura per dare composti insolubili non efficaci ai fini del lavaggio. Questo significa che occorre meno sapone, il risparmio può arrivare fino al 75%
  • Bucato spento. Il calcare infatti opacizza i tessuti. Lavaggio dopo lavaggio, l'acqua calcarea scarica piccoli depositi nelle fibre tessili rendendo le colorazioni dei capi più spente e opache. Il bucato appare anche più ruvido al tatto
  • Vantaggi in cucina. L'acqua addolcita porta anche dei benefici per quanto riguarda la cottura dei cibi. Le verdure ed i legumi in particolare conservano un sapore decisamente migliore. Anche per bere un buon té è consigliata un'acqua molto dolce. Diverso il discorso invece per il caffè, il tema è stato già trattato su questo blog
Il calcare disciolto in acqua che usiamo per l'igiene personale danneggia i capelli, secca la pelle e crea fastidiosi depositi su piastrelle, vasche e piatti doccia.

Tra le soluzioni ideate per ovviare al problema della durezza è presente in commercio uno strumento cosiddetto addolcitore acqua domestico (o decalcificatore acqua). Ma cos'è effettivamente? Perché conviene utilizzarlo? Scendiamo nel dettaglio della guida addolcitori acqua.

Guida addolcitori acqua: come funziona un addolcitore

Un addolcitore acqua domestico è un apparecchio utilizzato per ridurre la durezza dell'acqua. Esso sfrutta la capacità che hanno speciali resine di scambiare gli ioni. Le resine a scambio cationico (scambio di ioni +), sono largamente utilizzate per l'addolcimento. Esse catturano dall'acqua gli ioni positivi calcio (Ca++) e magnesio (Mg++). Successivamente li scambiano con lo ione sodio (Na+) (non incrostante). In questo modo evitano tutte le controindicazioni dovute ai depositi calcarei. L'addolcitore acqua domestico risolve quindi il problema di come addolcire l'acqua ‘dura' che si deposita negli impianti creando incrostazioni.

Guida addolcitori acqua: i diversi modelli di addolcitore

I modelli disponibili sul sito di Acquaxcasa sono di due tipi: cabinati e a doppio corpo. I primi sono più compatti e semplici, i secondi sono composti da tino e bombola separati. Per entrambi i modelli sono disponibili addolcitori di diverse capacità, che andranno scelti in base alla quantità d'acqua che sarà utilizzata nella vostra abitazione.

Come funziona l'addolcitore acqua

Gli addolcitori sono gli apparecchi che permettono di addolcire l’acqua utilizzando le resine a scambio ionico. L’addolcitore in se è semplicemente un contenitore riempito con delle resine e attraverso il quale passa l’acqua da addolcire. Tale contenitore deve però permettere l’effettuazione della rigenerazione delle resine e pertanto esistono diversi tipi di addolcitori che si differenziano tra loro (oltre che per le dimensioni) per il modo con cui viene effettuata la rigenerazione. L’addolcitore più semplice prevede un’apertura attraverso la quale si introduce direttamente sulle resine il sale, facendo poi passare acqua in modo da scioglierlo lentamente. Fermo restando i principi di funzionamento menzionati, i metodi di rigenerazione si sono man mano evoluti; attualmente la rigenerazione si effettua facendo in modo che una soluzione salina concentrata (salamoia) venga aspirata e fatta passare attraverso le resine per mezzo dell’energia idraulica dell’acqua stessa (eiettori), senza dover aprire il contenitore delle resine. Da qui in avanti esistono sistemi di rigenerazione via via più raffinati fino ad arrivare agli automatismi integrali. Fra questi ultimi, che ormai sono i più diffusi, ricordiamo gli automatismi temporizzati (la rigenerazione viene effettuata automaticamente nei giorni e all’ora stabilita), quelli volumetrici (la rigenerazione viene effettuata automaticamente solo dopo il passaggio della quantità d’acqua prefissata), quelli misti tempo-volume (la rigenerazione avviene dopo il passaggio della quantità d’acqua prefissata, ma comunque ad una data ora). Sono inoltre diffusi impianti a doppia colonna, normalmente con comando volumetrico, i quali permettono l’erogazione continua (24 ore su 24), avendo una colonna di resine in esercizio ed una in rigenerazione. Ovviamente la scelta del tipo di automatismo da utilizzare è in relazione all’applicazione specifica dell’addolcitore.

Il funzionamento della resina

Quando dell’acqua contenente calcio e magnesio attraversa una resina in forma sodio, questi vengono trattenuti al posto del sodio presente, il quale viene rilasciato all’acqua. Abbiamo così ottenuto il nostro scopo, ovvero eliminare calcio e magnesio i cui carbonati sono incrostanti, sostituendoli con del sodio, il cui carbonato è perfettamente solubile. Naturalmente si arriverà a un punto tale che la resina non sarà più in grado di fermare calcio e magnesio, in quanto saranno ormai rimasti pochissimi ioni sodio disponibili per lo scambio. A questo punto la resina viene definita “esaurita”, e per ripristinare la forma sodio originaria occorre effettuare la rigenerazione. Per fare ciò si fa passare attraverso la resina acqua contenente una forte concentrazione di ioni sodio, tale da rovesciare l’equilibrio verso la ricostituzione della resina in forma sodio, con rilascio del calcio e magnesio precedentemente trattenuti. L’acqua di rigenerazione è una soluzione di cloruro di sodio (sale da cucina); attraversata la resina la stessa viene scaricata, arricchita del calcio e magnesio asportati dalla resina.